Imputami il peccato di voler sopravvivere — 01/2011

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***

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Appena terminata la mia cena, non da poco,
dodici ostriche, le N° 2,
sei fette di pane nero con Buerre Demisal spalmato abbondante,
due coppe di champagne
e una ventina di pagine commoventi.

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Ho alzato la testa dalle mie emozioni,
dal mio stomaco gongolante,
piano
e ho visto altri volti felici,
i crostacei aiutano a rilassarsi.

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-Ho fame, fame, fame.
Comincerei, ora a mangiare te,
dalla bocca avida.

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-Fame, fame insaziabile.
Sarà che nessuno ci sa mangiare come ci mangiamo noi.

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Comincio ora, al tempo del dessert mancato,
a pensare di divorare la tua carne come se a stomaco vuoto
– dentro il quale tu manchi.

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***

Mi scrollo di dosso il travaglio,
il dolore e le delusioni di ieri.

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Lascio cadere a terra, inerte,
l’incapacità di piangere,
il blocco creativo e non.

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Sfilo
gli amici che sanno solo prendere
non sanno esserci,
non calzano più.

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Slaccio
le bende sugli occhi e sulla bocca
e mi tuffo
di testa
nella luce
nuda.

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***

Se scendo piano nel crepuscolo
con passi attenti
forse ti avvicino senza cadere.
Forse, a stento faccio rumore,
lieve musica sincopata a battiti furiosi.

Vene pulsanti
una corona dolente
vorrei strapparla e gettarmi lontana
nel mare.
Prometto che cedo, vedo, non fuggo.

Prometto che resto, fammi entrare.
Entro e racchiudo il tuo seno tra le mie mani
mi poso ardente
dolente
sulla tua bocca.

Sollevami da questa solitudine.
Chiamami fuori mentri risali
mentre respiri
assorbimi dentro
un poco alla volta.

Camminami piano,
non mi tralasciare.

.
.

***

L’aria amara,
cade pioggia salmastra,
vicino al mare,

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piove da tanto
forse ricicla
il mare

.
l’odore che non può gettare.

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Forse prepotente
racconta la sua mole compatta
alle piccole gocce

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che una volta dolci scendevano, quasi una ad una.
Annuso intorno l’aria
sgrano gli occhi all’oscurità.

.

***

Tutti questi passi che ti entrano dentro,
vuoi essere calpestato e attraversato
per non sentirti vuoto
mentre garrulo
spari cazzate.

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Potrei amarti esondando
riempirti e tranquillizzarti
potrei ma non ci provo neppure.

.
Neppure mi alzo,
non ti offenderai,
mi bisbiglierai il tuo scontento?

.
Rabbrividisco,
potrei amarti ma scelgo di andarmene.

.
Scelgo
e scelgo sempre male.

.

.

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