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Ottantanove piani non fanno un concerto,
ma una tragedia silenziosa.
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In tre salgono controsenso verso
una manciata di condannati, la porta bloccata. Un buco
un pugno passa il muro, due visi
appoggiati a una parete
si ascoltano respirare. L’ultimo del piano
racconta, l’incendio infuria contro il cielo, e loro
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trecento metri per raggiungere terra, duemila scalini
lenti e calmi contro il terrore. Quanti pensieri
silenziosi, prepotenti tra un passo e l’altro, lacrime implose,
fuori cenere, brandelli e corpi
varcavano l’aria, scomposti tetri fuochi d’artificio,
causa del silenzio più abbagliante. Il terrore,
mi hanno raccontato, è bianco.
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