***
Soprattutto nei pomeriggi estivi
Tutto quel cucire, tagliare,
puntare, imbastire, ricamare.
.
Aprire e chiudere le stoffe, le forbici.
Tirare le pezze sui telai,
il filo attraverso l’ago.
.
Immergerlo vederlo scomparire
-sbirciar dietro qualche volta-
vederlo ricomparire, tirarlo,
osservarne la scia colorata.
.
L’arte imparata il silenzio fermo,
la creazione, il tempo speso bene
.
Sapere dove infilare l’ago dove farlo uscire
sapere con maestria e la mente sgombra
ali di serenità e vita mai accaduta.
.
.
Come un ago nero su bianco
scrittura
posiziono una lettera dopo l’altra.
.
Trascino colori immaginati
che sanno dove andare,
.
il tuo mare è verde, il mio sciacquato di blu,
il suo petrolio, per lei è sempre grigio.
.
Appunto le parole, tiro il foglio, lo giro
cosa sarà avvenuto dietro i miei occhi.
.
Taglio, taglio, taglio dopo il nodo i fili che pendono,
tutto ciò che è largo, che slabbra, che avanza.
.
Se tu vedi
in due righe
capisci il resto cresce.
.
.
.
***
Molto bella, mi piace.
“Aprire e chiudere le stoffe, le forbici.”
“Se tu vedi
in due righe
capisci il resto cresce.”
Me la sento vicina in modo sorprendente; ne ho fatta una anch’io di poesie così dove si cuce, qualche mese fa. Quando trovo queste corrispondenze, questi o altri richiami mi sorprendo sempre e con piacere.
Ciao, Carla
LikeLike
Grazie Carla, capisco la tua sorpresa, capita anche a me qualche volta e si sorride… ci sono onde, flutti, rivoli e rifoli che a volte si avvertono insieme. Fammela leggere la tua, Anna.
LikeLike