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La Memoria
(Conversazioni invernali)
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Immagini sfuocate, l’occhio
saturo di lacrime,
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io non riesco da qui a vederle
o leggerti là,
in loco, sarei un disastro.
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Un urlo lacerante che parte già da ora
sì, l’assenza fa più paura
perché evoca,
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è nostra abitudine censurare le brutture.
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L’impronta duratura dei corpi
quegli spazi vuoti,
quelle scarpe,
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…..tutti quei passi
…..mai fatti
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ammucchiate
spoglie.
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Dove c’era l’aeroporto di guerra
ad Arcore, davanti alla Gilera
ora c’è un campo di ulivi
in Brianza,
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sono contorti, tesi, forti
sofferenti sembra
bevono dal sottosuolo
saturo di caduti.
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Sospende-
spinge la nota
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sembrano dei silenzi
calmano la mente.
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