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non c’è verso
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sempre affanno in rampicata
che non trovo mai l’oratorio
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quasi fossi ancora tra le nebbie
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troppi i globuli bianchi pochi
rossi e meno ossigeno naviga
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le mie vene
.
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*
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sfreccia ma come rallentato
nelle ore che corrono subito
dietro l’alba, dal mio punto
di vista sfilano uno dietro
l’altro finestrini vuoti
.
nessun passeggero quasi
dietro il cielo riflesso
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sembra il treno dei sogni
leggero azzurro indolente
.
arrivo a riva e trovo un
pescatore che non dovrebbe
pescare e per spezzar la legge
che almeno la spezzi bene
ha tre canne allineate
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osservo l’acqua cheta
di primo mattino densa
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di pesci riflessi dentro
il cielo terso
.
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*
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il paesaggio splende
quando si scosta una nuvola
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quello che mi manca
improvvisamente
espresso
.
le figure silenziose
danzano sui colori
immaginati
come le pietre
si credono immobili
.
si adornano
di colori ai miei occhi
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figlia d’astrazione
folle e certa
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non possiedo un regno
di neri e bianchi
.
credo nella luce
meraviglia che tutto
trattiene e tutto
.
libera
.
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*
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linee orizzontali
quasi un rigo musicale
sfondi grigi e blu
.
su una riga procede dritto
verso destra un piccolo
motoscafo, la prua innalzata
sprecando benzina
.
su un altra gli scogli
cosparsi di turisti che
non guardano quasi il mare
sprecando parole
.
su una terza posta in mezzo
un nuotatore passa lento
la testa bassa nei fondali
senza sprecarsi
.
le onde si spingono verso riva
allineate si infrangono
ritirano tutto
.
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