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sono luoghi
geografici
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spilli su una carta
punte di biro
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pensati ora
vissuti prima
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in un sogno
camminavamo
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non incrociandoci
più gli occhi chiusi
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se guardiamo
la trama sale
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conoscenza
di altri luoghi
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***
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Tutti quei fili bianchi a terra
persi dal mucchio, che raccolgo
inchinandomi mio malgrado
sovrappensiero
avvolgo, tengo stretti,
come vorrei essere io.
Invece furtivamente li getto nella grata dello scarico
perché non si spiegano le tue azioni, la tua assenza.
Il vicino vede le lacrime che
mi affondano gli occhi
e mi chiede se
il suo cane ha abbaiato,
mentre lui faceva il bagno.
Attonita rispondo e mi narra
le deiezioni degli altri,
la mancanza di rispetto
degli esseri umani.
Il suo fiato asciuga le lacrime
per un attimo
le mie dita cessano
il raggomitolare nervoso.
Ripiego il bucato
con un mezzo sorriso lascio il sole,
rientrando in casa.
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***
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Guardo quei due,
là, in fondo al molo,
che leggeri fan volare
un aquilone.
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Amerei essere nei tuoi occhi stasera
stretta
amerei tenerti nel mio sorriso
ampio
dolcezza mi accarezza scivola
come al risveglio
si adagia lentamente nella luce
fuori
allungandosi ed indugiando nel calore
dentro
ti vorrei
come una risata
lunga
nella rete.
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**
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I solchi delle pieghe del letto
sulla mia pelle ti sorprendono,
liquida la credevi,
non rena,
pronta a ricevere l’impronta,
tenera.
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***
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La notte sospende
e su un filo
teso sul silenzio
si scrivono,
a passi lenti e decisi
-una danza,
i pensieri.
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****
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Con te vorrei ci fosse un’amicizia
di baci e carezze,
dolcissima
di sguardi e sorrisi,
senza pensieri di possesso o di tradimenti.
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Da te vorrei ammirazione
e supporto, uno sguardo
che sia come tenerci la mano.
***
Autostrada la notte.
I tuoi baci già mi accasciano.
Faticavo a rientrare
rotte familiari affrontate con esasperata lentezza.
Dolcezze velocemente assorbite.
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Ferma in autostrada
a lato corsia
ricordando,
al suono del freno d’emergenza
impeti di dolcezza,
con le tue mani appoggiate,
rimaste sopra,
impronte
su carne docile.
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Saliva morbido il tuo sapore
sul mio corpo
riparto
in movimento
spero di lasciarti indietro
in questo cielo
di vertigine.
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***
Attendo-
Non conosco nulla oggi-
esploro ma senza connessione.
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Attendo e spingo nel fondo delle tasche,
poco profonde,
la paura.
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Non so cosa vivi
cosa pensi, se mi pensi, cosa farai.
Non so cosa penso, cosa farò, cosa voglio,
se mi vivo.
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Vorrei averti, vorrei lasciarti indietro.
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Attendo
come un suono nelle orecchie
lontano
unghie che graffiano un vetro
che cercano scalfendo
un’entrata al futuro.
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Non temono di rompersi.
Io un pò temo.
Attendo.
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***
Ogni sguardo cavalca
palpito invisibile
debutto di cielo
.
alba di fuoco in un battito d’ali
luce che si posa, accarezza,
dice.
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Sveglia il sangue,
equilibrio prezioso di labbra unite
respirano nude la trasparenza della notte
.
ombre di sogni
intendono i silenzi
che spugnosi assorbono
consumano
ore.
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Pregno di pioggia nascosta
ombre come di alberi
chiari e scuri sulla volta
come se
la terra emanasse luce
.
interpellando un cielo
che si nasconde
stanco
pronto a piangere
tra un sorriso e una parola.
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***
Correre
senza fiato
su un’arena indurita dalle onde
.
lasciarti indietro
come il sole del mattino
.
verso la notte dentro me
mentre singhiozzo
.
mi stai aggrappato al cuore
nolente.
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***
Il tuo desiderio scivola
creando itinerari
d’acqua
in me.
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***
Cerco impronte
sulla mia carne
cedevole,
inutilmente.
Lascio perdere
e mi spettino
per uscire..
.
***
Mi immergo
dentro te
per evadere.
.
***
Mischio alla polvere la luce
che si libra consistente.
Vago, io stremata e senza luogo per dormire,
attendo, inutile,
dissuasa.
Nessuna intromissione.
La mia notte non si sporge oltre
il giorno tarda.
Nel frattempo
mi stempero.
.
***
Neghiamo di
navigare il mare delle possibilità
vorremmo occhi
persi oltre l’orizzonte
senza allontanarci dal porto
vorremmo sogni
senza risvegli
notti senza fine a coprire i nostri desideri
vorremmo l’isola
senza intromissioni
senza.
.
***
Isola, isola-ta, isola-mi, io-sola.
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