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A proposito di Aurelia Josz…

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Great news but, if you do not read Italian, please be patient until tomorrow. I will share the same post in English! Thank you.

Sono felicissima e onorata di annunciarvi che ho vinto il primo premio della competizione poetica Aurelia Josz Milano 2016. La cerimonia di premiazione si è tenuta il 24 Maggio al Museo Botanico di Milano, con la giuria del premio, i rappresentanti dell’associazione Aurelia Josz Milano, i rappresentanti del comune e del distretto di Milano e il direttore del KKL Israele.

Aurelia Josz fu una grandissima donna che all’inizio del secolo scorso fondò la prima scuola agraria femminile in Italia, mirata soprattutto ad insegnare alle orfane come mantenersi da sole. Donna colta e istruita dedicò la sua vita a promuovere lo studio e l’istruzione femminile. Di origini ebree la sua vita finì crudelmente per via delle leggi razziali che furono introdotte con la seconda guerra mondiale.

Per onorare il suo nome e il mio contributo alla sua memoria con la poesia che ho scritto, oltre al premio e al certificato, Keren Kaymeth LeIsrael, la più antica organizzazione ecologica a livello mondiale ha piantato un albero, che porta il mio nome, nella foresta di Baram in Israele. Sono molto onorata, commossa e grata.

Il tema del concorso poetico era “Confini e sentieri”.

Ecco la poesia:

*
forse io vivo sempre
un po’ oltre i confini
del mondo senza capire

certi limiti chiacchiere
e cattiverie elaborate
come reti di ragno

forse volo protetta

nella luce abbagliante
e nella notte piango
per non aver capito

.

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Foto per Post Aurelia Josz 05-2016

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Colori Estivi, Agosto 2012

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Il nero è la totale assenza
di colori eppure io
nel tuo nero vedo tutto.

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Il nostro silenzio
si nutre di sentimento

.
invisibili a noi stessi
addormentati sopra un’onda.

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La memoria accesa
e spenta si spinge
oltre i fondali
àncora i relitti.

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La Memoria

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La luce si basta

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fuori buio d’inverno
erano le 4.30 mentre il treno partiva
su uno dei muri del tunnel

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un gioco di luce inattesa,
delle piccole forme
luminosissime

.
quelle che cerco
avrei voluto saltar giù e fermarle, fotografarle

.
le ho impresse nella memoria
è il giorno della memoria

.
penso che un solo gioco di luce,

un raggio,
abbia potuto rallegrare i prigionieri.
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La Memoria

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Fosse linfa per la terra,
fossimo meno sollevati dal suolo
con suole di cuoio e di gomma
con appartamenti al 2° o 3° piano
uccelli imprigionati in gabbiette sospese…
.
Il sangue concima quando tracima
la guerra purifica e significa
nutre le anime avvizzite
aggrappate all’odio
.
ma quegli ulivi su un terreno che racconta
di bombe e di voli, di fughe e sparatorie
quel paracarro che sopravvive solo
.
un padre e due bambine evitarono la morte
mio nonno raccontava di sè
.
per diventare quell’ ulivo che oggi lo ritrae
beve della stessa terra, degli stessi ricordi
una propulsione precisa
verso l’alto e verso il basso
.
duro, rugoso, nodoso, ripieno
di sangue scuro di vita.
.

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La Memoria

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Sopravvissuta a una pancia
squartata da soldati di ogni colore terrorizzati
accolta in una terra mascherata da pace con arcobaleni
alle finestre tra mani calde e bocche che
presto discrimineranno se non ti saprai adattare
nascondere bene il dis-agio
quello che la tua pelle ha assorbito
nel ventre in una guerra ingiusta
religioni inventate per dividerci e
allontanarci da un dio il cui fiato è l’unico
di vita.
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Ho letto nel libro dei martiri cosa facevano
secoli orsono i persecutori urlavo forte
non proseguivo,  (inciampavo nei singhiozzi,)
lo fanno ancora zittiamo l’urlo
scendiamo le scale
della metropolitana correndo un po’,
quasi scappando, verso il lavoro,
verso una pagnotta che
non ci garantirà una non morte.
.
La morbosità dei dettagli sfama gli animi avidi
i cuori delicati non aprono più pagine
quasi nebbia dietro le lacrime
non si notano.
I violenti urlano pace per amore di sommossa.
Non so più cosa credere dove
voltarmi come aiutarmi se non con un sorriso
una mano tesa, un complimento.
.
So, che
nella paura a breve
mi morderai la mano, mentirai
in una foga di vendetta
di giustizia, così proseguono le guerre tante.
Parliamo tutti,
ci si assembra da una parte all’altra
da un confine all’altro ma
non abbiamo silenzi
da condividere.
Non comprendiamo.

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(per Sophia)