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Quaderni Californiani – Stanotte

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The original poem, in English, can be found here:

https://annamosca.com/2014/04/18/california-notebooks-2014-4/

 

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stanotte
la luna è piena

svuotata da mille impegni
io sommersa dall’acqua
bollente forse illuminata

dal cielo arriva il silenzio
il riposo si avvicina
nascosto alla luce

un mondo capovolto una capriola
una contorsione mi ritrovo
stella sbalordita persa

dentro qualche luce spengo
i pensieri – poi gli occhi
vibrano appena

senza peso nello spazio
che scopro dentro

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2014-11-29 09.37.59

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Stratigrafia [miˈlaːno], 2011

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(dedicata ai miei studenti)

 

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Siamo città

pulsioni, traffico, intasamenti, ingorghi

strade da sistemare da pulire

la notte quando la maggior parte del sistema dorme,

tubature da riparare,

luci che s’accendono.

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11 Luglio 2011, A braccia (anniversario)

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A braccia-
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I passi pesanti decisi
bello camminare
controvento
i bagnanti tutti che rientrano
le braccia cariche di oggetti
bambini e borse.
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Libere si muovono le mie
non un battito di volo ma
al passo con le scarpe sul molo.
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Come speravo che tu le avresti decorate tutte,
quelle della tua mamma,

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   … – esco un attimo dalla mia parte, rientro subito –

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con la penna biro, circolari carezze d’amore in punta,
con lo sguardo attento sulla pelle,
il mio sui tuoi capelli leggeri.
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Puntuali gli occhi
si incontravano, un sorriso esplicito tra le ciglia,
che piangevo dentro
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non avrei mai voluto lavarlo più il tuo segno,
mai farti scomparire, ricamo,
finchè la pelle stropicciava
con gli anni, due mesi fa scorrevi via,
tu che non sei venuto mai.
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A braccia ci si muove nella vita
soli, i bugiardi sono ombre a se stessi,
non bisognerebbe mai amarli,
ti trascinano nella loro spirale
e la notte, le ombre scompaiono.

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(11 Settembre 2011)

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Sepolture, 2012

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Non comprendo più
—-bene
cos’è l’anima
la confondo

con—-le emozioni impalpabili
sorgono e crescono certe
vanno
certe restano——vapori che si

—–allargano
e scompaiono

le vedi chiare un attimo e
poi non più
—–è passata

il ricordo un ingoio e un

respiro forse nella notte.

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Imputami il peccato di voler sopravvivere — 02/2011

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Amerei essere nei tuoi occhi stasera
stretta
amerei tenerti nel mio sorriso
ampio
dolcezza mi accarezza scivola
come al risveglio
si adagia lentamente nella luce
fuori
allungandosi ed indugiando nel calore
dentro
ti vorrei
come una risata
lunga
nella rete.

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**

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I solchi delle pieghe del letto
sulla mia pelle ti sorprendono,
liquida la credevi,
non rena,
pronta a ricevere l’impronta,
tenera.

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***

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La notte sospende
e su un filo
teso sul silenzio
si scrivono,
a passi lenti e decisi
-una danza,
i pensieri.

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Con te vorrei ci fosse un’amicizia
di baci e carezze,
dolcissima
di sguardi e sorrisi,
senza pensieri di possesso o di tradimenti.
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Da te vorrei ammirazione
e supporto, uno sguardo
che sia come tenerci la mano.

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Key lock church Andora

Imputami il peccato di voler sopravvivere — 02/2011

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***

Autostrada la notte.

I tuoi baci già mi accasciano.

Faticavo a rientrare

rotte familiari affrontate con esasperata lentezza.

Dolcezze velocemente assorbite.

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Ferma in autostrada

a lato corsia

ricordando,

al suono del freno d’emergenza

impeti di dolcezza,

con le tue mani appoggiate,

rimaste sopra,

impronte

su carne docile.

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Saliva morbido il tuo sapore

sul mio corpo

riparto

in movimento

spero di lasciarti indietro

in questo cielo

di vertigine.

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***
Attendo-

Non conosco nulla oggi-

esploro ma senza connessione.

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Attendo e spingo nel fondo delle tasche,

poco profonde,

la paura.

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Non so cosa vivi

cosa pensi, se mi pensi, cosa farai.

Non so cosa penso, cosa farò, cosa voglio,

se mi vivo.

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Vorrei averti, vorrei lasciarti indietro.

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Attendo

come un suono nelle orecchie

lontano

unghie che graffiano un vetro

che cercano scalfendo

un’entrata al futuro.

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Non temono di rompersi.

Io un pò temo.

Attendo.

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Arianteo Cinema all'aperto in una notte di pioggia. Luglio 2011.

Imputami il peccato di voler sopravvivere — 12/2010

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Il tuo desiderio scivola
creando itinerari
d’acqua
in me.
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Cerco impronte
sulla mia carne
cedevole,
inutilmente.
Lascio perdere
e mi spettino
per uscire..

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***

Mi immergo
dentro te
per evadere.
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***

Mischio alla polvere la luce
che si libra consistente.
Vago, io stremata e senza luogo per dormire,
attendo, inutile,
dissuasa.
Nessuna intromissione.
La mia notte non si sporge oltre
il giorno tarda.
Nel frattempo
mi stempero.
.

***

Neghiamo di
navigare il mare delle possibilità
vorremmo occhi
persi oltre l’orizzonte
senza allontanarci dal porto
vorremmo sogni
senza risvegli
notti senza fine a coprire i nostri desideri
vorremmo l’isola
senza intromissioni
senza.

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***

Isola, isola-ta, isola-mi, io-sola.

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Imputami il peccato di voler sopravvivere — 10/2010

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***

Ancora li indosso
per sentirti addosso
per esserti dentro
per mantenere lo sguardo
lungo esitante
innamorato che cadeva
lento e non finiva
miele che non lascia il cucchiaio.

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***

Ci ascoltavamo senza parlare.
La lentezza dello sguardo
dava alla nostra storia un ritmo
lento,
diluito.
Conoscevamo orizzonti
fuori dall’inquadratura.
Mettevamo a fuoco ogni cosa
e forse,
lì,
ci siamo spaventati.

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***

Una riga,
dentro una volta c’eravamo noi.
Ceneri
negli angoli di una stanza buia.
La notte
attendo che mi si racconti l’amore.

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