Tag Archives: orizzonti

Un volo oltre, luglio 2013

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*

.

sono luoghi

geografici

.

spilli su una carta

punte di biro

 .

pensati ora

vissuti prima

 .

in un sogno

camminavamo

.

non incrociandoci

più gli occhi chiusi

 .

se guardiamo

la trama sale

.

conoscenza

di altri luoghi

.

.

2013-08-05 20.31.49

Imputami il peccato di voler sopravvivere – Ottobre 2010

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***

Ci ascoltavamo

senza parlare.

La lentezza

dello sguardo

.

.
dava alla

nostra storia

un ritmo lento

.
diluito.

.

.
Conoscevamo

orizzonti

fuori

dall’inquadratura.

.

.
Mettevamo a fuoco

ogni cosa e forse

.

.
ci siamo spaventati.

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L’aria innanzi, la luce contro

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Esce la scena
la luce contro
su gambe massicce
.
solido il passo lento
incerto il braccio
abbandonato
.
trascina una sciarpa
in controluce spazza
il pavimento, la luce
dentro il pulviscolo si muove
.
intorno
tutto è immobile
un fotogramma pieno
Carlos e l’aria innanzi la porta.
.
.

Il peso del tempo, 2011

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*

Sento il peso
del tempo, duro
l’appoggio alle tue braccia
era soave, incerto
data la mia tara
avrei voluto sottrarmi
.
lasciare lo spazio da conto
tenerti serbato, da parte
non consumato, girarmi
altrove, aprirmi verso un’altra valle
distesa la fronte
nessuna ruga fra noi
.
Agosto 2011
.
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Imputami il peccato di voler sopravvivere — 12/2010

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***

Il tuo desiderio scivola
creando itinerari
d’acqua
in me.
.

***

Cerco impronte
sulla mia carne
cedevole,
inutilmente.
Lascio perdere
e mi spettino
per uscire..

.

***

Mi immergo
dentro te
per evadere.
.

***

Mischio alla polvere la luce
che si libra consistente.
Vago, io stremata e senza luogo per dormire,
attendo, inutile,
dissuasa.
Nessuna intromissione.
La mia notte non si sporge oltre
il giorno tarda.
Nel frattempo
mi stempero.
.

***

Neghiamo di
navigare il mare delle possibilità
vorremmo occhi
persi oltre l’orizzonte
senza allontanarci dal porto
vorremmo sogni
senza risvegli
notti senza fine a coprire i nostri desideri
vorremmo l’isola
senza intromissioni
senza.

.

***

Isola, isola-ta, isola-mi, io-sola.

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Imputami il peccato di voler sopravvivere — 10/2010

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***

Ancora li indosso
per sentirti addosso
per esserti dentro
per mantenere lo sguardo
lungo esitante
innamorato che cadeva
lento e non finiva
miele che non lascia il cucchiaio.

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***

Ci ascoltavamo senza parlare.
La lentezza dello sguardo
dava alla nostra storia un ritmo
lento,
diluito.
Conoscevamo orizzonti
fuori dall’inquadratura.
Mettevamo a fuoco ogni cosa
e forse,
lì,
ci siamo spaventati.

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***

Una riga,
dentro una volta c’eravamo noi.
Ceneri
negli angoli di una stanza buia.
La notte
attendo che mi si racconti l’amore.

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