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Scavano forse queste intenzioni
smuovendo terra dura
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e cuori, attrezzo antico
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cadono piccole parole
spezzate dagli angoli della mia vita
cercano calore per nido
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come avrei voluto esserti.
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Tutti quei fili bianchi a terra
persi dal mucchio, che raccolgo
inchinandomi mio malgrado
sovrappensiero
avvolgo, tengo stretti,
come vorrei essere io.
Invece furtivamente li getto nella grata dello scarico
perché non si spiegano le tue azioni, la tua assenza.
Il vicino vede le lacrime che
mi affondano gli occhi
e mi chiede se
il suo cane ha abbaiato,
mentre lui faceva il bagno.
Attonita rispondo e mi narra
le deiezioni degli altri,
la mancanza di rispetto
degli esseri umani.
Il suo fiato asciuga le lacrime
per un attimo
le mie dita cessano
il raggomitolare nervoso.
Ripiego il bucato
con un mezzo sorriso lascio il sole,
rientrando in casa.
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***
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Guardo quei due,
là, in fondo al molo,
che leggeri fan volare
un aquilone.
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