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11 Luglio 2011, A braccia (anniversario)

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A braccia-
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I passi pesanti decisi
bello camminare
controvento
i bagnanti tutti che rientrano
le braccia cariche di oggetti
bambini e borse.
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Libere si muovono le mie
non un battito di volo ma
al passo con le scarpe sul molo.
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Come speravo che tu le avresti decorate tutte,
quelle della tua mamma,

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   … – esco un attimo dalla mia parte, rientro subito –

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con la penna biro, circolari carezze d’amore in punta,
con lo sguardo attento sulla pelle,
il mio sui tuoi capelli leggeri.
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Puntuali gli occhi
si incontravano, un sorriso esplicito tra le ciglia,
che piangevo dentro
.
non avrei mai voluto lavarlo più il tuo segno,
mai farti scomparire, ricamo,
finchè la pelle stropicciava
con gli anni, due mesi fa scorrevi via,
tu che non sei venuto mai.
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A braccia ci si muove nella vita
soli, i bugiardi sono ombre a se stessi,
non bisognerebbe mai amarli,
ti trascinano nella loro spirale
e la notte, le ombre scompaiono.

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(11 Settembre 2011)

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Sepolture, 2012

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costruisco delle gabbie
metriche per contenerti
e non
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straripare in confusioni
emozioni per rimuovere
la polvere
.
per fare passi circoscritti
guardo giù dall’abbaino
interno
 .
lo stage vuoto il fondale
arrotolato come i cavi
stretti
.
ai fari
sopra le teste
ad
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ombrello
.
chiuso il silenzio
striscia sul parquet
il mio sguardo
.
lo segue assorto
non
esonda in altre stanze

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epi-taphiòn, 2012

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17-01-2012

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Mi hanno confermato che sono

stasera i fuochi

———i falò

della notte d’inverno

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nel buio gelido___si innalzano

le fiamme e ci si disfa di tutto

——–si accatasta

per vederlo ridursi

e incenerire——-ci si alleggerisce

mentre si guardano

le fiamme che salgono

——–incompresibili

nel movimento

——————calamitano

e respingono

———ci si confonde

:

non si pensa, si avverte

che si fissa

il vuotoalla ricerca di un appiglio.

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L’aria innanzi, la luce contro

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Esce la scena
la luce contro
su gambe massicce
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solido il passo lento
incerto il braccio
abbandonato
.
trascina una sciarpa
in controluce spazza
il pavimento, la luce
dentro il pulviscolo si muove
.
intorno
tutto è immobile
un fotogramma pieno
Carlos e l’aria innanzi la porta.
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Il peso del tempo, 2011

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Sento il peso
del tempo, duro
l’appoggio alle tue braccia
era soave, incerto
data la mia tara
avrei voluto sottrarmi
.
lasciare lo spazio da conto
tenerti serbato, da parte
non consumato, girarmi
altrove, aprirmi verso un’altra valle
distesa la fronte
nessuna ruga fra noi
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Agosto 2011
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Milano come un treno, Dicembre 2011

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Milano è come un treno
mi attraversa
sincera nel gesto discreta
nasconde bellezza
un diario non letto
un set non ancora sveglio
freddo la mattina
mi solletica piano
stringe i cordoni
sempre più vicina, dentro
un ventre aperto.
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Scadenze, Settembre 2011

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Il sole recupera gli odori
Il sapone il pulito
Il vento agita il bucato
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Sotto i nostri occhi i colori
Ultimo fotogramma
I passi nell’estate
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Quasi ad altezza cielo.

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Chi si costruisce un’identità
omologandosi cittadino
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chi si lima sempre più
a fondo
per esser straniero
ovunque
– mai turista
.
senza sosta
senza pausa le doglie
lente
.
l’empatia è un’aderenza
come un cerotto mi appoggio
.
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Scadenze, Settembre 2011

Scadenze, Ottobre 2011

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Tutti quei fili bianchi a terra
persi dal mucchio, che raccolgo
inchinandomi mio malgrado
sovrappensiero
avvolgo, tengo stretti,
come vorrei essere io.

Invece furtivamente li getto nella grata dello scarico
perché non si spiegano le tue azioni, la tua assenza.

Il vicino vede le lacrime che
mi affondano gli occhi

e mi chiede se
il suo cane ha abbaiato,
mentre lui faceva il bagno.
Attonita rispondo e mi narra
le deiezioni degli altri,
la mancanza di rispetto
degli esseri umani.

Il suo fiato asciuga le lacrime
per un attimo
le mie dita cessano
il raggomitolare nervoso.
Ripiego il bucato
con un mezzo sorriso lascio il sole,
rientrando in casa.
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***
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Guardo quei due,
là, in fondo al molo,
che leggeri fan volare
un aquilone.
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.Scadenze, Ottobre 2011

Scadenze, Novembre 2011

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Ne tolgo una manciata che non comprendo
ne perdo fiotti e non trattengo
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stringo il nulla quando manchi
.
un maglione vuoto la mia pelle
senza te inutile al freddo.

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Vorrei alzarne una
per avvicinarti quando scrivo
il silenzio che si allarga
respiro chiaro steso
riposo qui
dove si allungano le ossa.

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Scavano forse queste intenzioni
smuovendo terra dura
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e cuori, attrezzo antico
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cadono piccole parole
spezzate dagli angoli della mia vita
cercano calore per nido
.
come avrei voluto esserti.

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Un maglione vuoto inutile al freddo

Soprattutto nei pomeriggi estivi… 09-2011

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Soprattutto nei pomeriggi estivi
Tutto quel cucire, tagliare,
puntare, imbastire, ricamare.
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Aprire e chiudere le stoffe, le forbici.
Tirare le pezze sui telai,
il filo attraverso l’ago.
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Immergerlo vederlo scomparire
-sbirciar dietro qualche volta-
vederlo ricomparire, tirarlo,
osservarne la scia colorata.
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L’arte imparata il silenzio fermo,
la creazione, il tempo speso bene
.
Sapere dove infilare l’ago dove farlo uscire
sapere con maestria e la mente sgombra
ali di serenità e vita mai accaduta.
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Come un ago nero su bianco
scrittura
posiziono una lettera dopo l’altra.
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Trascino colori immaginati
che sanno dove andare,
.
il tuo mare è verde, il mio sciacquato di blu,
il suo petrolio, per lei è sempre grigio.
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Appunto le parole, tiro il foglio, lo giro
cosa sarà avvenuto dietro i miei occhi.
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Taglio, taglio, taglio dopo il nodo i fili che pendono,
tutto ciò che è largo, che slabbra, che avanza.
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Se tu vedi
in due righe
capisci il resto cresce.
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Lei ha perso i denti,
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lui il sorriso.
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Pomeriggi Estivi

Imputami il peccato di voler sopravvivere — 02/2011

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Amerei essere nei tuoi occhi stasera
stretta
amerei tenerti nel mio sorriso
ampio
dolcezza mi accarezza scivola
come al risveglio
si adagia lentamente nella luce
fuori
allungandosi ed indugiando nel calore
dentro
ti vorrei
come una risata
lunga
nella rete.

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I solchi delle pieghe del letto
sulla mia pelle ti sorprendono,
liquida la credevi,
non rena,
pronta a ricevere l’impronta,
tenera.

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***

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La notte sospende
e su un filo
teso sul silenzio
si scrivono,
a passi lenti e decisi
-una danza,
i pensieri.

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Con te vorrei ci fosse un’amicizia
di baci e carezze,
dolcissima
di sguardi e sorrisi,
senza pensieri di possesso o di tradimenti.
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Da te vorrei ammirazione
e supporto, uno sguardo
che sia come tenerci la mano.

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Key lock church Andora

Imputami il peccato di voler sopravvivere — 02/2011

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Ogni sguardo cavalca
palpito invisibile
debutto di cielo

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alba di fuoco in un battito d’ali
luce che si posa, accarezza,
dice.
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Sveglia il sangue,
equilibrio prezioso di labbra unite
respirano nude la trasparenza della notte

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ombre di sogni
intendono i silenzi
che spugnosi assorbono
consumano
ore.
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Pregno di pioggia nascosta
ombre come di alberi
chiari e scuri sulla volta
come se
la terra emanasse luce

.

interpellando un cielo
che si nasconde
stanco
pronto a piangere
tra un sorriso e una parola.
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Correre
senza fiato
su un’arena indurita dalle onde
.
lasciarti indietro
come il sole del mattino
.
verso la notte dentro me
mentre singhiozzo
.
mi stai aggrappato al cuore
nolente.
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Imputami il peccato di voler sopravvivere — 10/2010

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Ancora li indosso
per sentirti addosso
per esserti dentro
per mantenere lo sguardo
lungo esitante
innamorato che cadeva
lento e non finiva
miele che non lascia il cucchiaio.

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Ci ascoltavamo senza parlare.
La lentezza dello sguardo
dava alla nostra storia un ritmo
lento,
diluito.
Conoscevamo orizzonti
fuori dall’inquadratura.
Mettevamo a fuoco ogni cosa
e forse,
lì,
ci siamo spaventati.

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Una riga,
dentro una volta c’eravamo noi.
Ceneri
negli angoli di una stanza buia.
La notte
attendo che mi si racconti l’amore.

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