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calpestiamo la luce
passo dopo passo
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insieme inscatoliamo
immagini dentro quadri
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e rettangoli, immobili io
in movimento tu, perfezione
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dici che vuoi imparare da me
muta ascolto i tuoi occhi
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esatti su ogni inquadratura
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quando non distinguo
tra il canto delle cicale
i grilli e gli uccelli
tutti impegnati
in un solenne concerto
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quando ho riconoscenza
e un senso di disagio perché
ancora non è totale mentre
sale come lievito la paura
e non voglio più partire
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solo raggomitolarmi
come le lumache nei gusci
trovate oggi innaffiando
dimentiche d’uscire tenera
bellezza prede del terrore
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una vita da sonnambula
aperta ai sogni e anche di più
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ho costruito un castello
di incubi, uno alla volta
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li cercavo, che potessero
emozionarmi per poi impilarli
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in un muro qualunque
nel quale sbattere sempre
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uomini sempre minori
con i quali farmi piccola
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dormo meno e amo la vita
tranquilla, non un bulldozer
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un battito d’ali sereno
oltre gli oceani
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