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non c’è verso
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sempre affanno in rampicata
che non trovo mai l’oratorio
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quasi fossi ancora tra le nebbie
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troppi i globuli bianchi pochi
rossi e meno ossigeno naviga
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le mie vene
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Cammini per i larghi viali del parco
in autunno, ti vedi correre per perder fiato
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nel buio più nero con gli abiti al vento
corsa via dalla vita
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masticata dalla morte che non ne puoi più
di vederti, agli altri sei icona intoccabile
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hanno un piedistallo per te e
nessun abbraccio.
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Non sorrisi sinceri, nessuno ti entra
ti toccano come cristallo infranto
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non toccano
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resti fragile senza calore
affondando momento dopo momento
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fiocchi ghiacciati deboli
ormai solo le vene battono.
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